Giacomo Balla, Elisa sulla porta.

Giacomo balla è famoso a tutti per la sua appartenenza al futurismo, movimento pittorico del quale scrisse anche il manifesto, nel 1912, assieme ad altri artisti.
Sin da bambino aveva manifestato interesse per le arti, dapprima per la musica, suonando violino, e poi per la pittura; con l’appoggio della madre, che si ritrovò a crescerlo da solo dall’età di nove anni, frequento gli studi presso l’Accademia Albertina di belle arti.

Nel 1891 esordisce come pittore presso la Società promotrice di Belle Arti di Torino, ambiente frequentato dall’aristocrazia e dall’alta borghesia torinese; in questo contesto conosce Edmondo De Amicis e Pellizza da Volpedo.

Nel 1895 lascia Torino per stabilirsi con la madre a Roma dove rimarrà tutta la vita.

Nel 1904 in Campidoglio sposa Elisa Marcucci, anche lei sarta come la madre di lui, conosciuta grazie all’amico Duilio Cambellotti, dal cui matrimonio nacquero due figlie, Luce ed Elica Balla che sarebbero poi diventate artiste futuriste.

Il suo percorso iniziò con raffigurazioni tradizionali, e come dice Philippe Daverio nel suo libro Il secolo spezzato delle avanguardie, non mostrarle al pubblico sarebbe privarlo di una fase importante della sua vita artistica.
Ancora prima di arrivare al futurismo e al divisionismo, del quale fu maestro, avendo tra i suoi allievi Boccioni, Sironi e Severini dunque usava dipingere ritratti, figure umane senza inseguire l’idea di movimento futurista; ma apprezzava invece giocare in contro luce.

E proprio oggi, in questo articolo, vedremo Elisa sulla porta, un pastello e carboncino su carta realizzato nel 1904 e appartenente a una collezione privata.

Sua moglie Elisa, che aveva sposato proprio in quell’anno, è in piedi davanti l’uscio di casa; la porta che si affaccia sull’esterno è colpita dalla luce del sole, che mette in evidenza, col suo calore, le venature del legno.

Elisa invece è spostata sulla destra, nella penombra della stanza; veste con una gonna scura, camicia bianca e foulard nero, e osserva dritto verso di noi.
Osservate come la sua figura si pone in netto contrasto con la parte destra del disegno, decisamente più luminosa e calda.

La sagoma di lei sembra sfumare sulla sinistra, quasi come un ricordo o un fantasma; ma se osserviamo bene è un contro-riflesso di luce, che ne avvolge il volto: sembra un’istantanea intrisa di malinconia.

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