Rembrandt, Ronda di notte.

Siamo davanti al dipinto più grande mai realizzato da Rembrandt, pensate, misura all’incirca 4,5 x 3,5 metri e per la sua realizzazione ci vollero due anni dal il 1640 al 1642.
E’ considerato uno dei maggiori capolavori del maestro olandese, non solo per le sue dimensioni ma anche per la vivida esecuzione dei dettagli e dell’eccezionale uso della luce.
Rembrandt vive durante il così detto secolo d’oro della pittura olandese, che corrisponde più o meno a tutto il XVII secolo.

I paesi bassi, dopo la guerra degli ottant’anni, con la nascita della seconda repubblica, divennero il cuore pulsante d’Europa a livello politico, scientifico e artistico.
Sebbene la pittura olandese del Secolo d’oro sia inclusa nel più generico periodo europeo della pittura barocca, la maggior parte dell’opera, riflette invece le tradizioni del realismo dettagliato ereditato dalla prima pittura neerlandese; per capire ancora meglio, ci troviamo in quel periodo storico in cui si rafforzano i generi pittorici, cioè determinati soggetti, che venivano utilizzati dagli artisti: ritratti, nature morte, paesaggi rurali e così via.

Questo dipinto, conservato presso il Rijksmuseum di Amsterdam oggi sta subendo un lungo processo di restauro, e per questo motivo è stato digitalizzato con una definizione di ben 45 giga pixel.

Significa che possiamo ingrandire la sua immagine talmente tanto da vedere le singole crepe che si sono formate sul colore dato sulla tela; è un privilegio di una rara bellezza, poiché tanta minuzia non riusciremmo ad osservarla neanche dal vivo, a meno che non ci consentano di toccare con mano il dipinto.

L’occhio del Capitano nell’ingrandimento massimo.

Il team di imaging del Rijksmuseum guidato dallo scienziato Robert Erdmann ha realizzato questa fotografia da un totale di 528 scatti che formano una griglia di 24 x 22 immagini, e la distanza tra ciascun pixel è di 20 micrometri (0,02 mm).

La Ronda di notte ritrae il capitano Frans Banning Cocq, che commissionò l’opera e che è qui raffigurato vestito di nero con la fascia rossa, mentre avanza con il luogotenente Willem van Ruytenburch circondato dalla sua truppa.

Con un uso efficace della luce solare e dell’ombra, Rembrandt guida i nostri occhi sui tre personaggi più importanti tra la folla: i due uomini al centro, che son per l’appunto Cocq e van Ruytenburch, e la donna sullo sfondo, che trasporta un pollo morto.

Dietro di loro, i colori della compagnia sono portati dal guardiamarina Jan Visscher Cornelissen; quando osserviamo queste figure vi prego di tenere a mente che sono quasi a dimensione naturale.

La signora in giallo assolve in realtà la funzione di mascotte; gli artigli di un pollo morto, che sono attaccati alla cintura rappresentano gli archibugieri, cioè un’unita di fanteria armata col tipico fucile; e tiene in mano il calice della milizia. L’uomo di fronte a lei indossa un elmetto con una foglia di quercia, un elemento tradizionale degli archibugieri, mentre il pollo morto potrebbe anche rappresentare un avversario sconfitto; inoltre proprio il colore giallo della veste spesso è associato alla vittoria.

Il comandante Cocq non ha fatto altro che commissionare un dipinto per elogiare le proprie gesta, pagando anche una cospicua somma per l’epoca, di cui Rembrandt sarà sicuramente rimasto contento. Adesso però conosciamo meglio il quadro attraverso alcune curiosità.

L’opera originariamente non aveva titolo, Ronda di Notte è il nome che le fu assegnato in un documento del 1797, tra l’altro per un probabile errore, causato dal colore scuro dei colori sporchi della tela, che lo rendevano più cupo di quanto fosse in realtà; il nome più appropriato, che poi è quello utilizzato dal museo, è Guardie del II distretto sotto il comando del capitano Frans Banninck Cocq, un nome più difficile da ricordare, e anche più lungo da scrivere.

Rembrandt ha firmato la tela con l’anno 1642, ma una delle guardie raffigurate è morta nel 1640, motivo per cui il dipinto doveva essere stato commissionato prima di quell’anno.

Firma di Rembrandt con la data 1942

Il dipinto in tutti questi secoli ha subìto tre attacchi da parte di alcuni spettatori, fu pugnalato due volte e fu rovinato con dell’acido. Il danno più severo fu inflitto nel 1975 con ben 12 pugnalate.

Il particolare con le 12 pugnalate

Nel settembre del 1939, la tela fu evacuata dal Rijksmuseum, insieme ad altre 30.000 opere d’arte per essere nascosta in bunker vicino alla costa. Quando iniziò la costruzione del muro Atlantico nel 1942, fu trasferita in una grotta a St. Pietersberg a Maastricht.

Il dipinto quando fu nascosto

Originariamente il dipinto era ancora più grande, ma per farlo entrare tra le due porte del municipio venne “sforbiciato” sui quattro lati e le parti tagliate non furono più ritrovate.

Si noti come la parte sinistra fu quella più interessata dal taglio.

L’ombra del capitano Cocq cade sul mantello di Luitenant Willem van Ruytenburch, dove lo stemma della città di Amsterdam è racchiuso tra il pollice e le dita: Rembrandt mostra che la città è al sicuro nelle mani della milizia.

Lo stemma della città di Amsterdam è raffigurato sul mantello racchiuso tra il pollice e l’indice del Capitano Cocq.

Le curiosità sono state prese dal sito del museo di Rijksmuseum, mentre al seguente link potete accedere all’immagine ad alta risoluzione da 45 gigapixel.

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