A Roma esiste una seconda “Cappella Sistina” meno conosciuta di quella realizzata dalle miracolose mani di Michelangelo Buonarroti, ma non per questo meno affascinante.
Passeggiando in via del Caravita vi imbatterete in una chiesa, barocca, con una facciata esterna sufficientemente tradizionale, completamente bianca e priva di tante decorazioni. Eppure al suo interno è conservato uno dei trompe-l’oeil più grandi del mondo, realizzato tra il 1691 e il 1694 da Andrea Pozzo, in pieno periodo Barocco.

Gli oltre duemila metri quadrati di affresco, intitolato Gloria di Sant’Ignazio, celebrano le gesta del fondatore dell’ordine dei Gesuiti . L’opera raffigura Sant’Ignazio di Loyola su una nuvola, nel momento in cui viene trafitto dalla luce divina che, dopo essere stata mediata da Gesù Cristo, qui dipinto mentre sorregge la croce, colpisce il santo. E proprio da Ignazio di Loyola questa luce è poi irradiata verso le altre figure che ricoprono l’intera volta: sono i suoi seguaci che porteranno così la parola di Dio in tutto il mondo; l’universalità della missione gesuita è calcata dalla rappresentazione dei quattro continenti allora conosciuti, lungo la volta.

La grandezza di questo affresco sta nell’inganno ottico di cui ci fa cadere vittime: la chiesa ha una normalissima volta a botte, ma l’uso della prospettiva sembra proiettare il soffitto oltre ogni limite, in realtà ci fa percepire un’altezza grande quasi il doppio rispetto a quella reale, spalancando così una vera e propria porta verso il paradiso.
I colori sono vivi e saturi, ben contornati; i toni mostrano equilibrio, senza perdere il dinamismo complessivo della composizione che unisce i vari personaggi.
Difficile immaginare inoltre che la cupola sia anch’essa un’illusione, dipinta su tela sempre da Andrea Pozzo. Si resta a bocca aperta davanti a questa fine arte dell’inganno, e non è un caso che, per ammirare al meglio l’opera, nella chiesa, sul pavimento, siano messi degli specchi, che consentono ai visitatori di contemplare l’opera nella sua interezza.

Andrea Pozzo, nato nel 1642 e morto nel 1709, è appartenuto all’ordine dei gesuiti, e per le sue doti artisticheè stato apprezzato in tutta Europa. Ha affrescato la Chiesa dei gesuiti e il Gartenpalais del Liechtenstein a Vienna, città in qui ha passato la sua fase matura.
Nel video sottostante, dove racconto la storia dell’affresco, è presente anche una ricostruzione 3D realizzata dalla National Art Gallery di Washington.