Guido Reni è uno dei principali pittori del classicismo seicentesco apprezzato dai contemporanei perché fu capace di coniugare il classicismo raffaelesco con le esigenze di verità poste dal Caravaggio.
A lui è dedicata la mostra presso Galleria Borghese di Roma, iniziata il 3 marzo e che terminerà il 22 maggio.
Tutto nasce perché recentemente la Galleria è tornata in possesso di un dipinto, Danza Campestre (1605), che apparteneva alla collezione di Scipione Borghese e che fu dato per disperso. Nel 2008 la tela è ricomparsa nel mercato londinese come attribuita a un anonimo bolognese ; dopo alcuni studi, confermata la paternità del Reni, fu riacquisita nel 2020.
Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura attraverso l’esposizione di oltre 30 opere, prova a ricostruire i primi anni del soggiorno romano dell’artista, il suo studio appassionato dell’antico e del Rinascimento, lo stordimento rispetto alla pittura di Caravaggio da lui conosciuto e frequentato e i rapporti con i suoi committenti.
La mostra inizia al pianterreno con 4 monumentali pale d’altare: La crocefissione di San Pietro, la Trinità con la Madonna di Loreto e il committente cardinale Antonio Maria Gallo, il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria e il Martirio di Santa Cecilia.
Nelle sale successive opere come La strage degli Innocenti e San Paolo rimprovera San Pietro penitente mostrano le capacità di Reni di rappresentare i corpi nello spazio, con una concretezza tridimensionale dei gesti.
Nei piani superiori la mostra affronta, con prestiti e con quanto già appartenente alla galleria, percorsi e divagazioni intorno al tema del paesaggio e all’ultimo acquisto della collezione Danza Campestre. Ci saranno opere di Niccolò dell’Abate, del Carracci, Paul Bril, Carlo Saraceni, Domenichino.




Tornando a Danza Campestre (olio su tela 81 x 99 cm), la scena raffigura un ballo accompagnato dalla musica del liuto e della viola, organizzata da un gruppo di contadini. I personaggi sono seduti in cerchio, al centro due giovani danno inizio alle danze. La natura circonda il tutto con alberi, ruscelli e monti. Le tinte predominanti sono il verde, il blu e il grigio.
Reni per i Borghese fu un vero punto di riferimento una volta che il Carracci morì. A lui la famiglia affidò gli affreschi della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore e L’Aurora nel casino ora Pallavicini-Rospigliosi.

Si accede alla mostra pagando l’ingresso alla Galleria Borghese, senza sovrapprezzo, dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle 17.45).