Sono rimasto subito colpito dall’intensità degli sguardi riprodotti dall’artista Sud Coreano Seungchun Lim. Realismo, drammaticità, sofferenza, passano attraverso gli occhi dei suoi personaggi, della vita quotidiana. Con le loro pose accovacciate, le mani a nascondere gli occhi o a toccare vetri, sembrano tutti comunicare uno stato di inquietudine e sofferenza. Le pieghe della fatica sono visibili anche sui soggetti più giovani e li rendono impossibili da collocare nel tempo. Sono bambini di oggi o di qualche decennio fa? Appartengono a una società modernizzata o rurale? Da dove scappano o cosa vogliono comunicare a noi che li fissiamo inermi?
L’artista racconta una storia che è certamente soggettiva all’interpretazione, ma gioca con l’idea della forma umana diversa. I volti distorti che ha creato evocano tristezza, esclusione e rifiuto ed esplorano l’accettazione umana di coloro che cadono al di fuori dei regni della norma fisica.