Le opere di Peter Doig: l’artista vivente tra i più quotati al mondo.

Molti dei dipinti di Peter Doig sono paesaggi, in qualche modo astratti, che ricordano spesso le scene innevate della sua infanzia in Canada. Trae ispirazione per il suo lavoro figurativo da fotografie, ritagli di giornale, scene di film, copertine di album di dischi e il lavoro di artisti precedenti come Edvard Munch, Westermann, Friedrich, Monet e Klimt. Anche se le sue opere si basano spesso su fotografie non sono poi dipinte in uno stile fotorealistico; usa le immagini solo come mero spunto. In un’intervista del 2008, lo stesso Doig ha fatto riferimento al suo uso di fotografie e cartoline come dipinto “per procura” e ha osservato che i suoi lavori “non fanno alcun tentativo per riflettere le scene”.

Certo è che definire uno stile riconoscibile dell’artista non è cosa semplice, le sue opere sono eterogenee sia per soggetti che per esecuzione; molti lo inseriscono nel realismo magico, una corrente artistica, pittorica e letteraria della prima metà del Novecento, che si identifica per una visione lucidamente attonita del reale. Nella letteratura (piuttosto come realismo fantastico) è un filone attribuito a determinate opere narrative in cui gli elementi magici appaiono in un contesto altrimenti realistico.

Qui di seguito trovate le due tele che sono state vendute all’asta da Sotheby’s, battendo ogni record per un artista vivente.

The White Canoe è stato assegnato per un importo pari a 12 milioni di dollari nel 2007; è una sorta di istantanea che arriva nel pieno di un’apocalisse: una canoa fantasma galleggia su un lago oscurato dalla notte. Il nero viene interrotto da macchie di colore che sembrano essere posizionate casualmente.

Peter Doig, White Canoe, 1991

Segue poi The Architect’s Home in the Ravine, opera che fu aggiudicata per una somma ancora più importante. Come potete osservare dalle immagini non ha nulla a che vedere con White Canoe, i colori sono completamente diversi, così come l’accuratezza dei dettagli.

Architect’s Home in the Ravine (1991)

L’arte di Doig durerà perché incarna una visione unica e accattivante. I suoi dipinti portano la mente in posti nuovi, luoghi lontani, luoghi dimenticati. Dipinge paesaggi ma non avrebbe senso chiamarlo artista del paesaggio. Piuttosto, come il pittore metafisico dei primi del XX secolo Giorgio de Chirico, crea luoghi immaginari spettrali abitati da bizzarri emarginati.

In una delle sue immagini più singolari, due personaggi vestiti con uniformi militaristiche austro-ungariche o prussiane pre-1918 accolgono il loro ospite – la persona che guarda nel quadro – all’ingresso di un vialetto curvo con pareti ingioiellate, che ricordano le decorazioni di Parco Güell: il dipinto si chiama Gasthof zur Muldentalsperre, ed è tanto inquietante quanto meraviglioso, poiché non si riesce a comprendere se le guardie siano amichevoli o no, se ci si possa fidare o meno.

Gasthof zur Muldentalsperre

È l’ambigua creazione di luoghi di Doig che rende la sua arte così infinitamente affascinante e stuzzicante. Dipinge giungle e montagne innevate, isole paradisiache e rifugi. In effetti, dipinge i luoghi di svago e piacere degli anni 2000: i posti in cui le persone sognano le vacanze che desiderano.

Milky Way
Pine House
Blotter

Un pensiero riguardo “Le opere di Peter Doig: l’artista vivente tra i più quotati al mondo.

  1. Ho visto la sua mostra a Venezia nel 2015 e sicuramente ha una “innocenza” visionaria che cattura, definire il suo stile penso sia complicato anche per i critici esperti, perchè cambia spesso anche la tecnica pittorica. affascinate anche la sua “collisione” con l’architettura, spesso si intarvedono come sfondo nelle sue tele delle costruzioni architettoniche, un artista molto interessante davvero

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