Salvador Dalí: Metamorfosi di Narciso

Metamorfosi di Narciso, opera del 1937 e custodita oggi presso la Tate Modern di Londra, è uno dei dipinti più significativi di Salvador Dalì, ed è un’opera che s’inserisce perfettamente nei canoni del surrealismo.

Ad essere precisi la tela fu realizzata durante un periodo particolare di Dalì, ossia il periodo del metodo critico-paranoico.

L’aspetto della paranoia a cui Dalí era interessato, e che aiutava a ispirare il metodo, era la capacità del cervello di percepire legami tra cose che razionalmente non sono collegate tra loro.

Dalí descrisse il metodo paranoico-critico come un “metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sull’obiettività critica e sistematica delle associazioni e interpretazioni di fenomeni deliranti“.

L’utilizzo del metodo durante la creazione di un’opera d’arte impiega un processo attivo della mente per visualizzare le immagini nell’opera e incorporarle nel prodotto finale; come risultato si ha una doppia immagine o un’immagine multipla in cui un qualcosa di ambiguo può essere interpretato in diversi modi.

André Breton ha salutato il tutto, dicendo che il metodo paranoico-critico di Dalí era uno “strumento di primaria importanza” e che “si è subito dimostrato capace di essere applicato ugualmente alla pittura, alla poesia, al cinema, al costruzione di oggetti tipici surrealisti, moda, scultura, storia dell’arte e persino, se necessario, ogni tipo di esegesi “.

Tornado al dipinto: secondo la mitologia greca, la bellezza di Narciso lo rendeva attraente tanto agli uomini che alle donne i quali lo inseguivano, ma egli rifiutava ogni avance.

Una delle sue ammiratrici, una ninfa di nome Echo, si innamorò così follemente di lui che, dopo averla respinta, lei si lasciò andare fino a quando rimase solo la sua voce. La dea Nemesis, provando compassione per Echo, convinse Narciso a guardare in una piscina.

Vedendo il proprio volto riflesso nell’acqua, Narciso si innamorò del proprio aspetto. Poiché egli non è stato in grado di abbracciare il proprio riflesso, si consumò e al suo posto è cresciuto il fiore che porta il suo nome, il narciso.

La suddivisione dell’immagine dipende tanto dai colori quanto dalla trasformazione del personaggio mitologico Narciso, che avviene da sinistra verso destra. Il suo corpo si presenta come un enorme figura, quasi rocciosa, che giganteggia sul lato sinistro dell’opera.

Egli è accucciato in una posizione fetale e sembra immerso in una calda ed aurea luminescenza. Nell’acqua su cui siede è visibile il suo riflesso dal quale ha inizio la trasformazione.

Sul lato destro del quadro riappare il protagonista mutato in una mano (la metamorfosi è suggerita dalla somiglianza delle sagome delle due figure) che stringe un uovo dal quale nasce un fiore di narciso.

I colori di quest’ultima sono più spenti rispetto alla prima, e contribuiscono a renderla realistica. Sullo sfondo si può notare una statua su un piedistallo, raffigurante probabilmente Narciso.

La figura doppia ribaltata è tipica delle opere di Dalí: egli riteneva infatti che, attraverso dei passaggi nettamente paranoici, fosse possibile ottenere due figure anatomicamente e figurativamente identiche, anche se queste erano molto differenti.

L’ispirazione per quest’opera proviene da un viaggio che Dalí fece in Italia nel 1936. Si può notare ciò per la scelta iconografica, e per le figure di nudi (presenti sullo sfondo), che rievocano le pose classiche e gli atteggiamenti formali tipici di periodi storici quali quelli del manierismo e del rinascimento.

Il 19 luglio 1938 a Londra, Dalí conobbe Sigmund Freud, che il pittore aveva ammirato dagli anni ’20 dopo aver letto il libro di Freud L’interpretazione dei sogni. Durante l’incontro, Dalí portò il suo Metamorfosi di Narciso nella speranza di usarlo per discutere la teoria psicoanalitica del narcisismo e il suo concetto di paranoia critica, che ha sviluppato in base al concetto di paranoia di Freud, in tale incontro gli fu anche concesso il permesso di ritrarre Freud.

Prima di chiudere questo articolo dobbiamo dedicare un secondo alla posizione fetale che Narciso assume nel dipinto mentre si specchia nel lago. Salvador Dalí, per tutta la sua vita, ebbe un rapporto morboso con la figura materna, che venne a mancare quando egli aveva solo 17 anni; suo padre, col quale viveva una relazione turbolenta, dopo la morte della moglie si risposò con la cognata. Questo segnò completamente la vita del giovane pittore.

Salvador Dalí, Ritratto di Sigmund Freud, inchiostro su carta, 1938, Freud Museum, Londra.

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