Jan Vermeer: Ragazza con l’orecchino di perla.

Dopo la Monnalisa di Leonardo da Vinci, Ragazza con turbante, conosciuta ai più come “la ragazza con l’orecchino di perla” è il ritratto più conosciuto al mondo.

Fu realizzato da Jan Vermeer, pittore olandese del XVII secolo, nato e cresciuto nella piccola cittadina di Delft.

Di lui abbiamo poche informazioni, lasciate da alcuni documenti e registri che parlano per lo più delle opere e della contabilità.

Sappiamo che nei suoi 20 anni di attività dipinse poco più di 50 tele, con una media di due / tre l’anno, e che i quadri erano per lo più commissionati, finendo così direttamente in collezioni private.

Poiché il numero di opere realizzate nell’arco di venti anni non gli avrebbero consentito una vita economica agiata è probabile che avesse altre entrate.

Certo è che, a seguito della crisi economica, causata dall’invasione Francese delle Sette Province, egli contrasse molti debiti, lasciando, alla sua morte, in povertà la moglie e la figlia.

Ragazza col turbante, olio su tela, 1665, Mauritshuis Museum, l’Aia

Ragazza con l’orecchino di perla è un olio su tela realizzato nel 1665 ed è conservato presso il museo Mauritshuis a l’Aia.

Il soggetto è una giovane donna ritratta con il volto girato di tre quarti verso l’osservatore, la quale posa su uno sfondo scuro.

Vermeer nella sua carriera ha dipinto prevalentemente donne, lasciando poco spazio a figure maschili che, qualora presenti, venivano sempre e comunque disegnate in compagnia di una presenza femminile.

La ragazza indossa un turbante dal colore rame e blu, il quale sembra essersi sciolto candendogli lungo le spalle.

Il volto, pallido, è illuminato da una luce diafana che entra da sinistra.

Ingrandendo l’immagine, fino a notare le increspature delle pennellate, si osserva come il viso della giovane non sia contornato da una pennellata lineare: Vermeer ha fatto sì che il colore della pelle si mescolasse con quello dello sfondo, affinché la giovane donna potesse uscire dall’oscurità in cui era avvolta.

Particolare dei lineamenti del volto, da notare come il colore scuro e quello della pelle s’uniscano in un tutt’uno.

Jan era un maestro nell’immortalare la luce, per questo dobbiamo dedicare un ingrandimento alle labbra, che sembrano essere veramente inumidite da un fugace passaggio della lingua e al contempo apparire illuminate dal sole.

Tale abilità artistica torna poi con l’esecuzione della perla: osservate come l’effetto di luminosità sia creato posando due pennellate a forma di goccia distanti l’una dall’altra: la perla in realtà non esiste, è solo un effetto ottico creato dalla mano di Vermeer.

L’orecchino è formato da due pennellate chiare a forma di goccia distanti l’una dall’altra.

Non sappiamo chi sia la ragazza, il dipinto è una Tronie, ossia una raffigurazione generica di una persona immaginaria, però sembra avere un volto familiare, sentiamo di conoscerla perché ci guarda con estrema intimità e scambiamo questo sguardo per familiarità.

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