Pere Borrell del Caso (Puigcerdà 1835 – Barcellona 1910) è stato un pittore spagnolo, insegnante di disegno e di pittura.
È noto per il suo famoso dipinto Fuga dalla critica, 1874, ottimo simbolo del trompe l’oeil, conservato nella collezione del Banco de España a Madrid.
Dipinto che è stato esposto in diverse mostre dedicate all’arte del trompe l’oeil, per citarne una come esempio la Deceptions and Illusions tenutasi nel 2002 alla National Art Gallery di Washington.
Pere Borrell era anche un pittore di ritratti, che costituivano la maggior parte delle sue commissioni, e di scene religiose per vari templi di Barcellona, Gerona e Castellar del Vallés; in essi fu apprezzata una certa influenza dei pittori nazareni; tuttavia tutte queste opere religiose furono distrutte durante la guerra civile spagnola.
In due occasioni gli fu offerta una sedia alla Scuola di Belle Arti di Barcellona (“La Llotja”) e in entrambi i casi la respinse e continuò a insegnare nell’accademia privata di disegno che aveva fondato
Come insegnante, ha influenzato il realismo di pittori della portata di Romà Ribera, Ricard Canals, Adrià Gual, Xavier Nogués o Josep Maria Sert, tra gli altri.
Torniamo ora al dipinto che fu realizzato nel 1874, e che raffigura un giovane in un momento di fuga, messo in evidenza dalla camicia che indossa, scivolata sulla sinistra scoprendogli la spalla.
La posa assunta è immortalata nel momento in cui cerca di evadere dalla cornice che lo imprigiona; si affaccia verso l’esterno con uno sguardo attento, vigile, dato dai suoi occhi sgranati.
E’ una fuga dall’irreale verso il mondo tangibile, ed è l’esatto opposto di quello fa il trompe l’oeil negli occhi di chi osserva. L’effetto dello sfondo nero, in netto contrasto con la veste bianca del giovane, sembrano allontanare ancora di più questi due mondi, così diversi e pericolosi.
Non è da sottovalutare il titolo fuga dalla critica, che qui ha proprio lo scopo di indirizzare l’osservatore verso una precisa interpretazione; il soggetto è in fuga dalla critica, ma quale? Anche se non ci è dato sapere se si tratti di quella artistica, filosofica, scientifica o letteraria certo che scappare da essa significa rifugiarsi o mettersi in gioco, cercando di non sentire il peso che essa esercita o per paura o per cosciente rifiuto.
