Da giovane Francis Bacon fu costretto ad abbandonare il tetto di casa, perché omosessuale: il padre lo cacciò quando, quattordicenne, fu trovato mentre indossava dell’intimo femminile. Una vita a fuggire dall’illegalità della sua condizione sessuale che lo vide migrare dall’Irlanda nella non più tanto ospitale Londra, dove conobbe importanti artisti come Freud, Kossoff e Auerbach. Ebbe modo anche di avere una relazione, seppur tormentata con Peter Lacy.
Verso gli anni ’50 Peter i trasferì a Tangeri, obbligando Bacon a fare numerosi viaggi verso il Marocco, località in cui, stranamente, l’omosessualità era più tollerata che a Londra. Fu un periodo ricco per Bacon che produsse moltissime tele, tra cui Il Papa. Egli però decise di distruggerle tutte, perché la relazione con Peter si rilevò essere complicata e violenta, e forse le tele rappresentavano per Francis un periodo da dimenticare. Lasciò solo 5 dipinti al suo caro amico Nicolas Brusilowski, e decise di risparmiare Il Papa.
In quest’opera si vede tutta la sofferenza emotiva dell’artista, il Papa è ritratto sul suo trono, l’espressione facciale è inquietante e il corpo sembra essere quello di un fantasma in dissolvenza. Ad aggiungere una vena gotica vi è lo sfondo scuro che mette in risalto proprio il viso del soggetto. Il dipinto è stato messo all’asta da Sotheby’s.
