Focus sull’artista: Gustave Caillebotte

Gustave Caillebotte è stato uno dei più importanti pittori dell’impressionismo, anche se la sua fama è sconosciuta ai più, non essendo arrivata stranamente ai livelli di Monet, Degas, Pissarro; eppure è grazie a Gustave che oggi il mondo può godere delle opere dei suoi compagni perché, essendo egli benestante, nei periodi di difficoltà ha aiutato i suoi amici colleghi comprandone le opere.

Caillebotte è nato il 19 agosto 1848 a Parigi, in una lussuosa dimora in Rue du Faubourg-Saint-Denis, in una famiglia di estrazione altoborghese. Il padre di Gustave, Martial Caillebotte (1799–1874), era un imprenditore tessile di successo ed era anche un giudice al tribunal de commerce del dipartimento della Senna; la madre, invece, si chiamava Céleste Daufresne ed era stata sposata da Martial in terze nozze.

Nel 1851 sarebbe nato il fratello René, che morirà all’età di 25 anni, mentre nel 1853 fu il turno di Martial (battezzato con lo stesso nome del padre), il quale sarà legato a Gustave da uno stretto rapporto affettivo.

La fanciullezza di Caillebotte fu tranquilla e agiata: il piccolo, d’altronde, non aveva preoccupazioni economiche e trascorreva le estati nella tenuta di famiglia a Yerres, un paesino a sud di Parigi dove maturò un’ardente passione per il canottaggio e dove, con tutta probabilità, ha iniziato a interessarsi anche alle Belle Arti.

Caillebotte, dunque, all’inizio disegnava e dipingeva per puro diletto; il suo sogno, infatti, era quello di diventare avvocato. Nel luglio 1871 fu chiamato alle armi per combattere nella guerra franco-prussiana: fortunatamente non perì nel corso del conflitto (come, sfortunatamente, accadde a un altro pittore impressionista, Bazille): sarebbe stato dismesso solo il 7 marzo 1871.

Terminata la guerra Caillebotte rinunciò alle sue velleità forensi e iniziò a seguire i suoi sogni più autentici tra cui la pittura. Importante fu l’influenza che ebbe Giuseppe De Nittis, pittore italiano vicino alla corrente artistica del verismo, il quale convinse Gustave a lasciare il percorso forense.

Il suo percorso artistico iniziò in modo classico, studiando presso la scuola di belle arti di Parigi, sotto la guida di Léon Bonnat, dove apprese le prime tecniche di pittura; egli però cercava qualcos’altro, un modo diverso di rappresentare il mondo. Proprio per via dell’amicizia con De Nittis e successivamente di Degas, cominciò a frequentare il Café Guerbois, luogo d’incontro degli artisti che avrebbero successivamente dato vita al movimento impressionista.

Il 1874 è l’anno di svolta per Gustave e il gruppo di amici; Caillebotte perse il padre proprio l’anno in cui gli impressionisti, che ancora non erano conosciuti con questo nome, deciso di aprire la loro prima mostra presso lo studio fotografico di Nadar, sfidando il Salòn, la più grande manifestazione artistica di tutta Francia e Europa.

Ergendosi a paladino della pittura impressionista, inoltre, aiutò economicamente i suoi amici più in difficoltà (come Monet, il quale soffriva di una mancanza cronica di denaro) e organizzò quasi tutte le mostre del gruppo, talvolta finanziandole, a partire dalla seconda: celebre il caso della terza mostra impressionista del 1877, giustamente nota come «mostra di Caillebotte» visto che fu lui a reperire il denaro e le opere occorrenti per il regolare svolgimento dell’esibizione. Non a caso, Caillebotte non è ricordato solo come un pittore, bensì pure come un munifico mecenate.

Gradualmente, tuttavia, l’interesse per la pittura in Caillebotte scemò. Dopo il 1882, infatti, tentò inutilmente di tenere unito il gruppo impressionista, il quale stava perdendo ogni spinta propulsiva, ma, visti vani i suoi sforzi e deluso dal comportamento di alcuni, decise di abbandonare momentaneamente la pittura per dedicarsi ad altre attività, come la navigazione di diporto, la filatelia, il giardinaggio. Dopo la morte della madre Céleste, scomparsa cinquantanovenne, Gustave e Martial misero in vendita la grande casa familiare nella rue de Miromesnil e poi la tenuta di Yerres: si verificò dunque un cambiamento radicale nella vita dei due uomini, alla base del quale vi era la pratica assidua della navigazione a vela e del giardinaggio.

Con il denaro ereditato e quello ricavato dalla vendita degli immobili Gustave e suo fratello Martial acquistarono un appartamento in boulevard Haussmann e un terreno situato sulla riva della Senna, al Petit Gennevilliers, che con successive acquisizioni raggiungerà l’estensione di circa un ettaro. Su questo terreno trovarono luogo una casa, un giardino, un orto e una serra: in questo piccolo eden Caillebotte fu ben felice di posare i pennelli e dedicarsi al giardinaggio. Nella tenuta al Petit Gennevilliers Caillebotte trascorrerà il resto della sua vita, sino alla morte, sopraggiunta il 21 febbraio 1894, a causa di un’improvvisa congestione polmonare.

L’impressionismo è salvo grazie a Caillebotte.

Probabilmente Caillebotte ha avuto il presentimento di vivere poco, perché scrisse testamento già all’età di 28 anni; testamento che includeva la salvaguardia di tutte le opere da lui acquistate, cedendole allo stato francese con solide condizioni:

«Io dono allo Stato i dipinti che possiedo; tuttavia, siccome voglio che questo dono sia accettato nella misura in cui le opere non finiscano in una soffitta o in un museo di provincia, ma finiscano prima al Luxembourg e poi al Louvre, è necessario che trascorra un po’ di tempo prima che questa clausola venga eseguita, e cioè fino al momento in cui il pubblico non dico che capirà queste opere, ma almeno le accetterà»

Gustave Caillebotte – testamento.

Con mirabile lungimiranza, dunque, Caillebotte ordinò che i dipinti impressionisti non venissero dimenticati «in una soffitta o in un museo di provincia», e perciò dispose affinché venissero consacrati all’ufficialità del palazzo del Lussemburgo, per poi entrare a far parte del patrimonio artistico del Louvre. L’esecuzione del lascito testamentario di Caillebotte, com’è d’altronde prevedibile, fu ricca di difficoltà e imprevisti: all’epoca, infatti, vigeva un vivo contrasto tra l’arte viva e i poteri ufficiali, e furono in molti a protestare rumorosamente contro l’ingresso delle opere impressioniste nelle collezioni statali, ritenendolo «un’offesa alla nostra scuola».

Dopo tre anni di complicate trattative, durante i quali Renoir , in veste di esecutore testamentario, trattò insieme ad altri intellettuali francesi per la stipula del negoziato, lo Stato Francese rispettò, in parte, le volontà di Caillebotte e accettò solo alcuni dei dipinti nel proprio patrimonio collezionistico:

  • 6 Renoir (tra cui la Liseuse, l’Altalena, il Bal au moulin de la Galette).
  • 8 Monet (tra cui la Gare Saint-Lazare e le Barche, Regate ad Argenteuil).
  • 7 Pissarro (tra cui i Tetti rossi).
  • 2 Manet.
  • 6 Sisley.
  • 2 Cézanne (tra cui l’Estaque)
  • 7 Degas.

Questa collezione nel 1937 sarebbe poi andata a formare la base del Museo del Jeu de Paume, la celebre succursale impressionista del Louvre, per poi essere trasferiti nel 1986 nel museo d’Orsay, il museo parigino dedicato all’arte del XIX secolo.

Le Opere.

  1. Piallatori di parquet.
Piallatori di parquet, Olio su Tela, 1875, Museo d’Orsay, Parigi

Tra tutti i dipinti di Caillebotte Piallatori di Parquet rimane uno dei miei preferiti. Rappresentare dei lavoratori della classe operaia mentre svolgono le loro funzioni fu qualcosa di scandaloso per l’epoca. Quando Gustave propose il dipinto al Salon del 1975 ricevette una critica assai fredda proprio per via del soggetto: il dipinto fu rifiutato. Eppure i particolari, la dovizia con cui è ripreso il riflesso della luce solare da parte del parquet mostra una grande mano pittorica.

Eppure a criticarlo non furono solo i giudici del Salon, lo stesso Emile Zola, filo-impressionista ebbe a ridire sui troppi dettagli dell’opera; Luis Ènault lamentò la scelta dei lavoratori, troppo smunti e magri. A tessere le lodi della tela vi è però Maurice Chaumelin, critico d’arte che affermò:

siamo davanti a una pittura realista cruda quanto un Courbet, ma decisamente più acuta, e violenta tanto quanto un’opera di Manet, ma al contempo ancora più precisa.

Maurice Chaumelin

2. Interno, donna alla finestra.

Ho avuto modo di ammirare questo dipinto dal vivo, presso la mostra Impressionisti Segreti organizzata da Arthemisia al Palazzo Bonaparte di Roma. Un dipinto che mi ha subito coinvolto. La scena è l’interno di una casa borghese e benestante. Un uomo sulla sinistra, la cui immagine viene tagliata dalla fine della tela, legge il giornale. In piedi, una donna di nero vestita osserva fuori dalla finestra; volge le spalle al marito.

Interno, donna alla finestra, Olio su Tela, 1880, Collezione Privata.

La prospettiva li fa sembrare più vicini di quanto non siano in realtà, eppure sono ancora isolati nei loro spazi separati. Ai margini dell’immagine e mostrata solo di profilo, la figura seduta legge il suo giornale, apparentemente assorta nel suo contenuto. La donna è preoccupata per i suoi pensieri, ma sta guardando in fondo al viale sotto di lei. Di fronte, alla finestra dell’Hotel Canterbury, un’altra figura fa capolino tra le tende, osservando la donna. Lo spettatore può percepire l’isolamento e la solitudine mescolati al desiderio, in una situazione in cui le persone si guardano e si riassumono. Questo è un tema comune nel lavoro di Caillebotte, in cui balconi, finestre e ponti consentono ai soggetti di osservare e spiare i personaggi che raccontano la loro vita quotidiana a Parigi. Si dice che la figura maschile sia Richard Gallo, mentre la donna che condivide la stanza potrebbe essere un’amante, un’amica o una locanda. La sua posa, in cui dà le spalle agli spettatori, era stata comune fin dall’arte olandese del diciassettesimo secolo, fino al diciannovesimo secolo, e spesso usata da Caillebotte che aggiunse un’altra dimensione con l’inclusione di una seconda figura.
Questo dipinto ad olio su tela del 1880, ora in una collezione privata, esamina le preoccupazioni degli intellettuali e degli artisti dell’epoca in merito ai cambiamenti sociali, commerciali e strutturali a Parigi.
In questo lavoro, Caillebotte ritrae abilmente le tensioni tra i due soggetti, impiegando un balcone come restrizione metaforica.

3. Uomo al bagno

Uomo al bagno, olio su tela, 1880, MFA di Boston, MA, Stati Uniti

Se già col suo Piallatori di parquet Caillebotte aveva destato scalpore per le figure maschili scelte, con uomo al bagno tale scalpore potè solo che aumentare. Le scene di nudo al bagno, nell’arte dell’800 erano associate alla prostituzione femminile; il nudo femminile era diffuso, eppure ribaltare il concetto di mascolinità era qualcosa a cui il pubblico non si era ancora preparato: l’opera fu chiusa in una stanza, nascosta dal pubblico durante la mostra di Les XX, in Belgio nel 1888. Da allora, dopo la morte di Gustave, rimase in possesso ai suoi eredi, per finire nel 1967 ad un’altra famiglia. Solamente nel 2011, il Museum of Fine Arts di Boston riuscì ad acquisire l’opera per il costo di 17 milioni di dollari, continuando ad avere difficoltà nel trovare sostenitori proprio per via del nudo maschile. La figura di spalle, si sta asciugando dopo essersi fatta il bagno, un asciugamano giace sul pavimento, mentre un altro telo da bagno è utilizzato dall’uomo per asciugarsi la schiena. L’attenzione ai particolari è data poi dalle impronte bagnate che il soggetto ha lasciato sul pavimento di legno.

4. Giovane uomo alla finestra.

Uomo alla sua finestra, Olio su tela, 1875, Collezione privata.

Come in Interno, donna alla finestra anche qui vi è una figura voltata di spalle che guarda fuori dalla finestra, è il fratello di Gustave, René Caillebotte.

La casa è quella di famiglia in Rue de Miromesnil a Parigi, e guardando verso l’esterno si nota Boulevard de Malesherbes. È un’opera relativamente precoce di Caillebotte e rivela il suo interesse per il realismo urbano.

Spostando lievemente a sinistra la figura del fratello, Caillebotte consente all’osservatore di vedere quanto è presente al di fuori della finestra; René veste abiti casuali, ha le mani in tasca, assumendo una posa decisamente particolare per un dipinto dell’epoca. Non è un caso che Émile Zola lo criticherà aspramente, definendo la tela una “Fotografia della realtà che non è improntata con il sigillo originale del talento del pittore: è una cosa pietosa”.

5. Strada di Parigi in un giorno di Pioggia

Strada di Parigi in un giorno di Pioggia, Olio su Tela, 1877, Art Institute of Chicago Building.

Con Caillebotte la pittura impressionista, nota per essere en-plen-air, torna in città. Parigi ha cambiato aspetto; con gli ingenti lavori voluti da Napoleone III, Haussman ha completamente stravolto il centro delle città: ampi viali, teatri, musei, biblioteche, bar sono diventati punto di riferimento di tutti i cittadini. Rappresentare la vita quotidiana dunque significa lasciare spazio a qualcosa di nuovo, e forse anche per questo, tale tipologia d’arte non poteva che svilupparsi a Parigi. Questa tela, tuttavia, non vuole limitarsi a decantare il vestito scintillante, severo e signorile assunto da Parigi dopo la riorganizzazione urbanistica promossa da Haussmann: con il suo pennello, infatti, Caillebotte intende anche descrivere, senza ometterne le luci e le ombre, la progressiva affermazione sociale della borghesia, quella stessa borghesia alla quale egli apparteneva di diritto. La strada esiste tutt’oggi, e quel crocevia è Place de Dublin.

6. Il Ponte dell’Europa. / 7. Sul Ponte dell’Europa

Il ponte dell’Europa, Olio su tela, 1876, Museo del Petit Palais di Ginevra.

Il soggetto di quest’opera, e di quella che analizzeremo successivamente, è il ponte dell’Europa, un mastodontico ponte ferroviario, non distante dalla stazione di Saint-Lazare, inaugurato nel 1868. Non è errato dire che il ponte sia l’interprete di questa tela, poiché la grande struttura in ferro occupa la maggior parte degli spazi disponibili. A fare da contorno vi sono delle figure che passeggiano, un cane e un uomo che portandosi le mani al volto osserva il paesaggio al di la’ dal ponte. È bene notare come vi siano figure di diverse estrazioni sociali, riconoscibili dal differenziarsi degli abiti: Parigi era diventata la città dove operai e borghesi spesso si trovavano a condividere gli spazi comuni. Note di colore sono date dal cane, la giacca verde del signore di spalle, dai pantaloni rossi e dai comignoli: questi elementi spezzano il grigio e il beige che altrimenti avrebbero prevalso.

Sul ponte Europa, Olio su Tela, 1876-77, Kimbell Art Museum, Fort Worth, 1982.

Decisamente più grigio e monocromatico invece è Sul ponte Europa, dove il soggetto rimane lo stesso ponte. Qui un uomo è incorniciato all’interno della grande trama ferrosa. Ci sono tre uomini vestiti uguali, tutti con il cappello e vestiti della stesso colore. Così come Parigi era una città che per forme si era standardizzata, anche la borghesia aveva cominciato a vestirsi allo stesso modo, e Gustave forse se ne era accorto.

8. Veduta di tetti, effetto neve.

Veduta di tetti, effetto neve, Olio su tela, 1878, Meuseo d’Orsay

Questo dipinto, un paesaggio urbano eminentemente “moderno”, descrive meravigliosamente l’atmosfera di una giornata invernale a Parigi. Il cielo pesante bagna i tetti innevati di grigio, illuminato da alcune note di rosa tenue. Rivolgendo così la sua attenzione all’effetto delle stagioni sulla luce e sul paesaggio, Caillebotte si unì ai suoi amici impressionisti Monet, Sisley e Pissarro. Presentò quest’opera alla mostra impressionista del 1879, assieme ad altre venticinque tele. Il grigiore è talmente reale da trasmettere serenità e malinconia allo stesso tempo.

9. Gli aranci

Gli aranci, Olio su tela, 1878, The Museum of Fine Arts, Houston.

Con tonalità brillanti di rossi, verdi, viola e gialli, stesi nella pennellata tremolante tipica dell’impressionismo, Gustave Caillebotte ha catturato il tema decisamente moderno delle raffinate attività ricreative.

Ad essere raffigurati sono il fratello di Caillebotte, Martial, e la loro cugina Zoe, entrambi elegantemente vestiti, si rilassano nel giardino della villa di famiglia a Yerres , appena fuori Parigi. Il dipinto contiene tutti gli elementi base dello stile moderno. La scena disinvolta, con il calore estivo quasi palpabile che si irradia dal sentiero del giardino, è stata molto probabilmente dipinta all’aria aperta, secondo il canone impressionista. Le pennellate brevi e abbozzate impiegate da Caillebotte incarnano il suo desiderio di catturare un momento fugace: quell’istante prima che la luce cambi e la sensazione di delizioso silenzio e riposo potrebbe essere interrotta.

Eppure anche questi aspetti impressionisti non spiegano pienamente la natura sorprendente di questo dipinto. Ispirato dalla fotografia, dalle stampe giapponesi e dall’estetica dei viali di nuova costruzione del barone Haussmann e dei condomini uniformi della moderna Parigi, Caillebotte ha esplorato un nuovo modo di vedere e trasporre quella visione su un piano bidimensionale.

10. Nudo su divano.

Nudo su divano, Olio su tela, 1880, Minneapolis Institute of Art, Minneapolis.

Questa immagine appartiene a un gruppo di studi di nudi maschili e femminili dipinti da Caillebotte intorno al 1880. È tuttavia unico per il crudo realismo delle parti anatomiche e per l’allusione sessuale: la donna sembra essere un’amante di Caillebotte.

La donna riposa su di un divano, priva di ogni vestito; è la prima volta che un nudo entra in una casa. Solitamente gli standard di gusto e moralità dell’epoca accettavano nudi idealizzati di modelle, messe in pose statiche o il nudo era inserito in un contesto storico / accademico. L’idea che qui la modella riposi all’interno di un ambiente borghese rovescia ogni convenzione tradizionale e per questo non è un caso che la tela sia rimasta invenduta e inesposta durante l’intera vita di Gustave.

11. Strada in salita.

Strada in salita, Olio su tela, 1880, Collezione privata

Un Caillebotte raro quello che ha realizzato questa tela, qui vi è tutto l’impressionismo nella sua forma. La rappresentazione di un luogo aperto, le pennellate che sembrano date rapidamente per immortalare la fugacità della luce; le passeggiate domenicali che la nuova borghesia si concedeva per staccare dalla settimana lavorativa. Ma analizziamo meglio l’opera nel dettaglio.

Questa grande tela rappresenta una coppia vista dal retro che cammina lungo un sentiero in estate, al fianco di una villa a Trouville identificata come la “villa italiana”, il cui ingresso è sulla sinistra. Il sentiero è delimitato da alberi sulla destra e conduce a un prato oltre il quale vi è un bosco.

L’impressione di profondità è data da linee orizzontali risultanti dai giochi di luci e ombre Il blu delle ombre è ripreso dagli abiti, soprattutto dall’abito blu della giovane donna, mentre le macchie di colore giallo, che si trovano soprattutto sull’uomo, sull’erba e sulla siepe a sinistra, fanno eco alla luce.

In contrasto con questa gamma cromatica, l’artista ha punteggiato questa scena con macchie rosso-arancio, posizionandole in diagonale sulle persiane della villa, sui mattoni, sull’ombrello della giovane donna.

Caillebotte faceva molti schizzi prima di dipingere nel suo laboratorio. La lunga figura a sinistra ricorda suo fratello Martial con il quale visse fino al 1887, quando quest’ultimo si sposò. Alcuni esperti volevano vedere nella giovane donna la sagoma della giovanissima Charlotte Berthier che l’artista aveva appena conosciuto e che non era stata accettata dalla sua famiglia, ma questa ipotesi non è confermata.

12. Uomo che si asciuga una gamba

Uomo che si asciuga una gamba, Olio su tela, Collezione privata.

Il ruolo del nudo in Caillebotte credo sia stato sufficientemente trattato con i dipinti antecedenti, ma questa tela, ancora una volta infrange il tabù della borghesia francese. Un uomo si asciuga una gamba dopo essersi lavato, l’ombra e il gomito nascondono le pudenda in un’azione davvero intima che solitamente avviene lontana da sguardi indiscreti; invece Gustave è li, a ritrarre l’uomo nelle azioni comuni, continuandolo a privare della sua mascolinità impostata.

Bisogna infatti ricordare che nel 1800 gli uomini borghesi erano soliti farsi ritrarre con indosso abiti eleganti, all’interno delle loro ricche case, per ostentare la loro posizione politica e sociale. Gustave arriva come un fulmine a ciel sereno, spogliandoli di tutto, mettendo in evidenza la loro semplice umanità.

Tornando all’esecuzione dell’opera sono pochi i colori della tavolozza: rosa, beige, marrone-viola e bianco. Vi è quasi un’uniformità cromatica, la finestra è coperta da una tenda che ha lo stesso colore bianco degli asciugamani. Anche qui rapide pennellate sono date per immortalare il momento; il soggetto è lievemente scostato sulla sinistra, questo perché intento a sollevare la propria gamba per asciugarla.

Ad un occhio attento non sarà sfuggito che l’interno è lo stesso del dipinto numero 13 Uomo al bagno.

13. Boulevard Haussmann, effetto neve.

Boulevard Haussmann, effetto neve, Olio su tela, 1880-1881, Collezione privata.

Agli impressionisti si deve il modo rivoluzionario di rappresentare la neve; con essi scompare il bianco puro, che viene invece sporcato per dare un effetto ancora più reale. Osservando da lontano le tele si ha la sensazione di trovarsi davanti a una fotografia; un altro impressionista capace di dipingere paesaggi innevati, e di cui sicuramente tratteremo in futuro, è Alfred Sisley.

Il soggetto di questa tela è la Boulevard Haussmann, la strada dedicata all’urbanista che cambiò completamente Parigi su ordine di Napoleone III. E non è un caso che in questo dipinto sia rappresentata la capitale francese nelle sua tipicità: le ampie strade, i tetti grigi, gli alberi lungo i marciapiedi, i grandi incroci, i grandi palazzi. Nel titolo e nel soggetto vi è proprio un inno alla nuova Parigi del 1800.

14. Pioggia sulla riva.

Pioggia sulla riva, Olio su tela, 1875, Collezione privata.

Usciamo dalla città per tornare nuovamente all’aria aperta e per trattare un altro tema caro agli impressionisti: l’acqua e i fiumi. Molti di loro, una volta diventati benestanti, si costruirono dei veri atelier su barca pur di immortalare al meglio il lento scorrere dei fiumi, con il loro essere mutevoli in base al cambiare dell’ora del giorno.

In questa tela Caillebotte raffigura un fiume in una giornata di pioggia; quest’ultima non è direttamente visibile, ma ne avvertiamo la presenza grazie alle onde circolari che crea sulla superficie del fiume. Vi è un’infinita tonalità di verdi, che si perde tra le fronde degli alberi, lo stesso fiume e sul sentiero in primo piano. Qualche tonalità di beige, marrone e giallo spezzano il predominare del verde. Mimetizzata per colore vi è anche un’imbarcazione, ormeggiata sulla riva del fiume. A dare luce all’intero quadro vi è il riflesso del sole sull’acqua, che sembra quasi abbagliare gli occhi dell’osservatore.

15. I pittori (the house painters)

The House Painters, Olio su tela, 1877, Collezione privata

In una giornata invernale e nuvolosa di Parigi, un gruppo di pittori sorveglia “il lavoro” svolto sulla facciata di un negozio di vini. Uno di loro si trova sul marciapiede, due sono sulle scale a cavalletto e un quarto si piega per ispezionare alcuni dettagli. Ci troviamo in un paesaggio urbano austero con dei palazzi che incombono su una strada acciottolata scarsamente popolata. Una donna con il cappello vestita di grigio si affretta ad attraversare la strada, alcune carrozze in lontananza sono trainate da cavalli, mentre due signori con il cappello a cilindro passeggiano l’uno verso l’altro lungo il marciapiede. Tra i grigi malinconici, e i beige, i pittori offrono l’unico accenno di colore ad una visione altrimenti bicromatica.

16. I Giardinieri

I giardinieri, Olio su tela, 1875-1877, Collezione privata.

In questa tela sono raffigurati dei giardinieri professionisti che lavorano in un giardino di una villa, rinchiuso all’interno di un grosso claustrum. L’intero quadro è basato sulla prospettiva, le coltivazioni sono disposte in modo lineare, le mura di cinta seguono parallelamente il loro andamento, così come i cipressi situati all’esterno della proprietà. Probabilmente è il giardino di una villa d’alta borghesia, ambiente che Caillebotte, date le sue origini, frequentava senza troppe difficoltà, a differenza dei suoi amici impressionisti che hanno invece trascorso quasi la totalità della loro vita in povertà.

Molte fotografie testimoniano quanto Gustave fosse appassionato di giardinaggio, immortalando l’artista mentre si rilassa nelle serre o all’aperto piantando, potando nei suoi giardini. Come artista a cui piaceva dipingere persone “normali” al lavoro, aveva quindi senso produrre questa scena di due giardinieri che lavorano all’interno di una grande proprietà. La sua combinazione di impressionismo e realismo sono entrambi presenti, permettendoci di individuare molti dettagli in questa scena luminosa tipicamente quotidiana.

17. Donna alla toeletta

Donna alla toeletta, Olio su tela, 1873, Collezione Privata.

Con questo dipinto torniamo nuovamente in un interno. Questa volta il soggetto è una figura femminile che sta indossando una gonna. Sia il vestito, che gli interni dell’appartamento mostrano nuovamente uno spaccato di vita borghese. A differenza di tutte le opere che abbiamo descritto fino ad ora, qui, compare uno specchio che riflette l’immagine della ragazza. L’intera cromia si basa sul contrasto tra il color rosa del drappo e dei decori parietali; e il nero della gonna e della sedia. Anche qui, come nella maggior parte delle pitture impressioniste, l’autore ha preparato la sua tavolozza usando massimo quattro o cinque colori, per poi adagiarli sulla tela trovando il giusto equilibrio e contrasto.

18. Giovane uomo al piano

Giovane uomo al piano, Olio su tela, 1876, Collezione privata.

Tra tutti gli interni che abbiamo descritto fino ad ora questo è il più finemente decorato, la tappezzeria delle pareti, il tappetto in terra, la sedia, sono dipinti nel dettaglio. Immancabile è la finestra che consente l’ingresso della luce solare, filtrata da delle tendine bianche, anche loro finemente raffigurate. Un uomo, che indossa una vestaglia, suona il pianoforte a coda, leggendo uno spartito; vicino a questi vi sono dei libri poggiati che hanno lo scopo di donare colore all’oscurità creata dallo stesso pianoforte e dall’ombra che si è formata sul fondo della stanza. La luce e l’ombra si spartiscono lo spazio: tracciando una diagonale che unisce il vertice in basso a sinistra con la parte in alto a destra, si può notare come il contrasto sia equamente ripartito. In questa tela è visibile tutta la maestria pittorica di Caillebotte.

19. Il ponte di Argenteuil.

Il ponte di Argenteuil, Olio su tela, 1893, Collezione privata.

Il ponte ferroviario di Argenteuil è stato rappresentato da molti impressionisti, tra cui Monet, che ha dato lo stesso titolo ad una sua opera. Nella seconda metà dell’800 questa piccola località la si raggiungeva in treno ed era una zona ricca di paesaggi verdi che costeggiavano la Senna non lontano da Parigi, luogo di svago per la borghesia nei fine settimana, usato come rifugio dal caos cittadino. Oggi invece è un agglomerato urbano inglobato nell’area metropolitana della capitale francese, e il fascino di una volta non è più rilevabile. Le pennellate sono tipicamente impressioniste, pochi accenni e colori ritraggono in realtà un soggetto articolato: vi sono le due sponde del fiume, l’acqua che scorre, i tetti delle case, le imbarcazioni e ovviamente il ponte. Il cielo è dipinto con sfumature gialle, beige e verdi non distanti da quelle del prato in primo piano, mentre il ritratto dell’acqua spezza completamente le cromie del quadro.

20. Autoritratto

Autoritratto, Olio su tela, 1892, Museo d’Orsay, Parigi

Concludiamo il nostro percorso dando un volto a Gustave Caillebotte, con questo bellissimo autoritratto oggi conservato presso il museo d’ Orsay di Parigi. Sguardo sicuro, capelli e barba curati, qui è raffigurato due anni prima della sua morte, avvenuta per causa di una severa polmonite.

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