Jan Vermeer: “Allegoria della Pittura”

Vermeer è senza dubbio uno dei pittori olandesi più affascinanti in assoluto, i suoi dipinti sono riconoscibili a colpo d’occhio e il suo modo di rappresentare il mondo segue degli schemi decifrabili quanto singolari.

Nato della piccola cittadina di Delft nel 1632, Vermeer viaggerà molto poco, motivo per cui le sue tele sono diventate famose ben oltre la sua morte, verso il 1800.
Ad essere più precisi Vermeer era apprezzatissimo dalle persone della sua epoca, ma l’ambiente in cui era conosciuto aveva un’estensione geografica ristretta. Egli non ha dovuto lavorare come pittore per sopravvivere perché durante i suoi 20 anni di carriera dipinse solamente 2 / 3 opere l’anno, solitamente già commissionate, e il suo portfolio completo ammonta ad una sessantina di dipinti, rendendolo uno degli artisti col catalogo definito.

Oggi parliamo del suo famoso olio su tela “Allegoria della Pittura”, conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna e datato 1666.

Jan Vermeer, Allegoria della Pittura, Olio su tela, 1666, Kunsthistorisches Museum di Vienna

L’artista ha firmato il dipinto nella carta geografica situata alla destra della ragazza, in posa mentre si fa ritrarre dallo stesso pittore. Questo dipinto, già dal nome, è un manifesto nei confronti della pittura, della sua funzionalità storica e rappresentativa.

Come riferimento consiglio vivamente la lettura del libro: L’ambizione di Vermeer, di Daniel Arasse ed edito da Carocci editore Saggi, che dedica un intero capitolo alla descrizione dell’opera.

Dettaglio con la firma I. Ver. Meer.

L’opera misura 100×100 centimetri e questa, per Vermeer, è un’eccezione; solitamente l’artista dipinge tele di dimensioni ridotte, e di grande formato vi sono solo altri due dipinti antecedenti, eseguiti per giunta in giovane età: La Mezzana e Cristo in casa di Marta e Maria.

La scelta di tale formato è un’esplicita dichiarazione dell’artista che vede ne L’Allegoria della Pittura un lavoro cardine.
In effetti il 1666 fu un periodo proficuo per Jan che venne eletto alla Gilda.
L’argomento e il soggetto sono stati scelti dallo stesso Vermeer, essendo questo un dipinto privo di committenti. Si è accertato inoltre che lo stesso quadro non abbia mai lasciato lo studio del pittore fino al giorno della sua morte; e possiamo dunque asserire che quest’opera sia stata fatta da Vermeer per Vermeer. Il titolo originale è L’Arte della Pittura, Jan non aveva mai menzionato il concetto di Allegoria, eppure col tempo il dipinto è diventato famoso con il suo secondo nome.

La donna che si fa ritrarre è Clio, musa della Storia; è rappresentata come una normale fanciulla, con in mano un libro e uno strumento musicale (una tromba a rappresentazione della gloria).
L’Atelier invece è tutt’altro che caotico, come dovrebbe essere lo studio di un pittore. Ogni cosa è perfettamente collocata, sembra di trovarsi in una scena teatrale: le scenografie, i drappi, la carta geografica sullo sfondo non descrivono la bottega di Vermeer, ma ne sono l’ideale trasposizione.

Non sono presenti strumenti di lavoro, ciò che è visibile è solamente la tela su cui opera e il pennello che ha in mano, niente tavolozza, colori o disegni preparatori. Anche lo stesso pittore è nascosto; la tradizione solitamente vuole che l’autore sia visibile, se non direttamente anche attraverso il riflesso di sé attraverso uno specchio. Vermeer invece è completamente di spalle, solo l’abito, appartenente alla moda dell’epoca, lo idealizza.

Ampia scena invece è occupata dall’enorme carta geografica appesa sullo sfondo, che rappresenta le diciassette provincie dei Paesi Bassi dopo la separazione del 1581.

Dettaglio

Il realismo con cui sono rappresentate le increspature e i tagli sulla mappa di grande formato è incredibile, anche l’effetto ondulato ha quasi una trama tridimensionale.

La mappa è la riproduzione della carta realizzata dopo il 1652 da Claes Janszoon Visscher che raggruppa al nord, in questo caso situato sulla destra, le sette provincie unite protestanti e, a sud, le altre dieci provincie rimaste, dopo i trattati di Westfalia del 1648, sotto la dominazione degli Asburgo di Spagna.

Secondo alcuni studiosi Vermeer, d’impronta cattolica, avrebbe scelto questa mappa in nostalgia dei tempi passati, quando i paesi bassi erano ancora uniti. Questo sarebbe rappresentato dal fatto che Clio sia posta davanti alla mappa, e che dunque la carta geografica sia amaramente alle spalle della storia. Seppur affascinante questa teoria è stata confutata da molti critici.

Tornando alla descrizione della scena c’è tutto Vermeer, i drappi situati sulla sinistra nascondono il punto da cui entra la luce diafana. Vermeer difficilmente rappresenta gli esterni; ogni volta che vi sono finestre non è dato vedere cosa vi sia al di fuori. Non solo, i soggetti femminili sono sempre presenti nelle sue opere, sono poche le tele con le figure maschili; con il passare del tempo arriverà addirittura a eliminarle del tutto; e in questo quadro l’unico uomo è rappresentato di spalle.

Dettaglio di Clio
Dettaglio
Dettaglio

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